Il calo di fatturato in salone nel 2020 è stato importante: si parla di un -28% per i parrucchieri, -30% per le estetiste. Sono i dati forniti da Cosmetica Italia, l’associazione nazionale imprese cosmetiche, sull’andamento nell’ultimo semestre dello scorso anno. La ripresa sarà lunga, ma per arrivarci bisognerà capire cosa è successo davvero nel corso di questa interminabile emergenza.
Non si tratta solo degli effetti del lungo lockdown di marzo e delle nuove incertezze dei consumatori. L’associazione degli industriali della cosmesi parla di vere e proprie trasformazioni del mercato e di nuove abitudini di consumo.
Per esempio, se c’è chi scende, come il consumo di profumi, calato di oltre il 20%, c’è anche chi sale, come le colorazioni capelli fai da te, a scapito, purtroppo, del business degli acconciatori.
L’utilizzo prolungato della mascherina ha generato specifiche esigenze: giù i rossetti e le matite labbra, che al limite si preferiscono no-transfer, e su la famiglia del makeup occhi. La pelle del viso, sottoposta allo stress da mascherina, ad arrossamenti e ad altre problematiche, ha portato in auge cosmetici skincare in grado di lenire, idratare, rigenerare. Le stesse esigenze si vedono anche nei prodotti per le mani, in conseguenza al lavaggio più frequente e all’utilizzo di gel idroalcolici. Adesso vanno forte tutti quei prodotti multi-tasking che sono in grado di soddisfare allo stesso tempo più necessità: un solo cosmetico che fa tutto, senza spendere troppo.
La beauty routine si dilata: il colore in salone si fa ormai ogni due mesi, la crema viso è la stessa per il giorno e la notte. C’è una maggior attenzione per la sicurezza delle formulazioni, oltre che per i cosmetici naturali e sostenibili. Un trend di cui tenere conto anche in salone.
Nei saloni di acconciatura le frequentazioni sono rallentate e non saliranno come per magia nei primi mesi del 2021: è migliorata, però, la rivendita prodotti hair care. Molti saloni hanno chiuso, altri hanno optato per la strada senza ritorno dell’abusivismo.
Si parla di ripresa. In realtà, come sottolineano gli esperti, chi vorrà tenere aperto non dovrà affidarsi alla speranza che le cose vadano comunque meglio: dovrà ripensare i servizi in base alle nuove abitudini di consumo.
Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia, ha fatto il punto della situazione, che vale tanto per le grandi imprese quanto, in parte, per i saloni. “Lo scorso anno abbiamo assistito a una accelerazione nel cambiamento dei modelli di comportamento, alla ridefinizione degli equilibri internazionali e all’evoluzione dell’organizzazione del lavoro e delle relazioni personali: fenomeni che verosimilmente si sarebbero concretizzati nel medio periodo. Le imprese sentono da un lato la spinta alla ripartenza, dall’altro hanno però bisogno di nuove e solide condizioni per potersi realizzare, accompagnate da un piano governativo capace di affiancarle, anche in termini di promozione del ‘made in Italy’, sul piano dell’innovazione, della digitalizzazione e dello sviluppo sui mercati esteri”.