Nell’immagine una foto di Ono Kosuki da Pexels.
Vorremmo solo tornare alla normalità. A questo punto, però, il problema è che nessuno sa più non tanto quando si potrà tornare alla normalità, ma piuttosto come sarà la normalità. Perché la maggior parte delle cose non è più come prima. Luca Giubilei, titolare dei saloni L. G. Hair Studio e Giubilei’s Barbershop, a Sansepolcro, Arezzo, ci riflette su, cercando di tarare fuori con pazienza le diverse implicazioni. E ci invita a fare altrettanto, ciascuno per quello che può.
Riprendere la vita normale: ci auguriamo tutti che questo accada da un giorno all’altro. Ci sentiamo ripetere: manca poco, ancora uno sforzo, vediamo la luce in fondo al tunnel… Ma davvero siamo convinti che da un giorno all’altro… puff e tutto tornerà alla normalità?
È questo il dubbio che mi tormenta da un po’ di tempo. Quale sarà la normalità? Cosa era la normalità? Uscire, poter far shopping, farsi il colore capelli in salone, il matrimonio della mia migliore amica… Tutte queste cose, credo, saranno ragionevolmente possibili in tempi relativamente brevi. Ma è davvero solo questo che ci è venuto a mancare? Ecco, io qui non so dare una risposta rassicurante.
Sono nato, lavorativamente parlando, circa 20 anni fa, in un momento in cui la crescita era la normalità: si lavorava, si aveva un risultato, si investiva parte di quel risultato e si lavorava di più. In una scala in salita che si credeva infinita.
Circa dieci anni fa questo meccanismo si è incrinato: si lavorava, se ne ricavava un risultato modesto e si investiva gran parte di quel risultato per cercare di continuare a lavorare un po’ di più. La scala era sempre in salita, ma cominciava a mostrare meno gradini.
Lo scorso anno si sono rotti completamente gli argini di quel mondo e siamo passati a una nuova, difficile fase: non sempre si lavora, si possono ottenere risultati positivi o negativi, si investe il frutto di quei risultati per continuare a lavorare e non è affatto detto che ci venga permesso di farlo. La scala è in discesa. Per la prima volta ci siamo scontrati con l’impossibilità di fare.
Insomma, siamo passati da un ‘guadagnare è normale’ a un ‘lavorare è normale’ fino a un ‘cercare di sopravvivere è normale’. Se provo a guardare oltre l’emozione del momento, mi convinco che questo trend potrebbe ancora cambiare, visto che è strettamente legato a un momento di emergenza. Ma resta il dubbio: che faccia avrà domani la normalità?
Credo che molto dipenderà dal bisogno, inteso proprio come necessità: era dal 1800 che non se ne parlava più. La gente cercherà la risposta adeguata ai suoi bisogni essenziali. Nei nostri saloni d’acconciatura la risposta adeguata implicherà certamente la sicurezza del servizio, la novità, la professionalità, il prezzo, il valore: diciamo l’insieme.
Le aziende avranno altri bisogni: quello di soddisfare i desideri dei clienti ma anche quello di coprire le spese e generare un risultato che permetta di proseguire a migliorare il servizio offerto.
Lo Stato avrà bisogno di ritrovare un equilibrio economico dopo anni di indebitamento ‘cattivo’.
Non potremo più dimenticarci dei bisogni dell’ambiente che sempre più manifesta la necessità di essere considerato e rispettato. Io ho sempre insegnato ai miei figli che le decisioni si prendono rispettando un ordine di importanza, che in genere segue questa scaletta: persone, soldi cose. Mai invertire o scambiare l’ordine. Non si manca di rispetto a una persona in nome dei soldi, meno ancora in nome delle cose. Non si finiscono i soldi per le cose, perché, se dovessero poi servire per aiutare le persone, non ci sarebbero più.
Una sera mio figlio a 8 anni ha sgretolato la mia teoria granitica semplicemente dicendo: ‘babbo io credo che questa idea sia incompleta… L’ordine giusto è ambiente, persone, soldi, cose. Se non abbiamo l’ambiente, le persone muoiono, tutto il resto non serve a niente. Pensa a un acquario… Se togli l’acqua, i pesci muoiono anche se gli dai da mangiare’.
Proviamo tutti per una volta a cambiare punto di vista. E se la normalità dei prossimi anni partisse dai bisogni dell’ambiente? Se le persone stessero avvertendo la necessità di allinearsi a quei bisogni? Se le aziende della bellezza proponessero come motivo di scelta, oltre che il taglio alla moda o il colore super tenace, il rispetto dell’ambiente durante tutte le fasi del servizio in salone, dalla scelta del prodotto che viene realizzato senza sprechi di acqua all’energia rinnovabile, all’utilizzo di pannelli solari per limitare il consumo? Se proponessimo come valore il rispetto dell’ambiente? E se diventassimo attivi di fronte a questi bisogni, ad esempio compensando le nostre emissioni piantando alberi o utilizzando borracce per l’acqua invece che bottiglie di plastica?
La normalità, quando arriverà, avrà sicuramente il volto dei bisogni di tutti noi. Quindi, pensiamo bene, adesso, finché siamo ancora in tempo, di cosa abbiamo realmente bisogno.