Il Barber Snob Francesco Cirignotta su Raffaella Carrà, i tabù, la caduta (riuscita) degli dei e la mancanza di nuovi modelli di vita.
Non vorrei parlare di Raffaella Carrà. Non per altro, ma rendere omaggio a lei come donna e artista non è compito mio. Sono solo un uomo come tanti che, negli anni della crescita, ne ha apprezzato il fascino e l’inarrestabile carriera. Raffaella ha certamente saputo interpretare come poche il tempo che stava vivendo. E non un breve decennio, ma un lungo intervallo della nostra storia che è diventata ormai popolare. Questa capacità di anticipare e tradurre tutto in gesti che Raffaella aveva, era certamente frutto di competenza.
L’argomento di cui vorrei occuparmi, invece, è la valenza di un modello di vita in un mondo in cui i modelli di questo genere, se ancora ce ne sono, durano ormai lo spazio di un istante.
Ognuno di noi nasce e ha a disposizione un palcoscenico, quello della propria vita. Le belle parole, lo sappiamo, non bastano. Solo quando le belle parole si fondono con la vita reale della persona, con il suo vissuto, diventandone un tutt’uno, allora percepiamo che queste persone hanno davvero qualcosa da donare agli altri. Percepiamo, in altre parole, la nascita di un modello di vita. Così e solo così si diventa qualcuno, inventandosi dal nulla un vissuto che gli altri saranno solo felici di imparare a emulare. La competenza primaria di Raffaella forse era proprio quella di rendere ridicoli in un soffio tutti i tabù.
Il palcoscenico sul quale ci troviamo a vivere, ci invita, ci stimola a far in modo che alla fine tutti noi si possa lasciare qualcosa. Non necessariamente lasciare qualcosa di sé in quanto tale, ma qualcosa fuso con il sé. Quando pensi a Raffaella, per esempio, a ciò che ha fatto, devi pensare per forza pensare a lei che lo ha fatto meglio di tutti gli altri. Al posto suo potremmo mettere anche altri artisti che hanno lasciato il loro personalissimo segno.
Le capacità di una persona si trasmettono e si moltiplicano nel tempo diventando monito e ambizione per gli altri. Un modello che per l’uomo comune non è da realizzare tanto in ambito planetario, come hanno fatto gli artisti stessi, ma almeno nel circolo delle proprie famiglie. Per arrivare a essere presi in considerazione.
I modelli servono adesso molto più di quanto non fossero necessari in passato. In passato, erano necessari che nascessero per poter essere abbattuti. Oggi sono necessari per poter ritrovare nuovamente, tutti noi, una direzione. Una direzione che meriti ancora di essere percorsa.
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Autore: Mondadori Portfolio | Ringraziamenti: Mondadori via Getty Images. Copyright: MONDADORI PORTFOLIO.