A Milano e Roma il prezzo medio di una piega sta passando gradualmente da 14 a 18 euro: il listino dal parrucchiere è in lievitazione. Gli acconciatori, da parte loro, puntano il dito contro il caro bolletta. Stesso discorso per i barbieri. Certo, è soprattutto una questione di numeri: con la pandemia il fatturato dei saloni è calato fino al 50%. Molti hanno chiuso. E adesso arriva un altro colpo: nel 2022 la bolletta per l’energia elettrica aumenterà dell’80%. Niente di buono per i clienti, che si ritroveranno a pagare di tasca loro ogni volta che andranno dal parrucchiere.
È una nuova associazione di professionisti dell’acconciatura, Hairlobby, interna a Conflavoro PMI, a spiegarci il perché di questi rincari, che graveranno su tutti noi. Rincari che sarebbero strettamente legati al rialzo delle bollette.
Caro bolletta nei saloni d’acconciatura più grandi
Hairlobby, certamente, riconosce l’entità dell’aumento dei prezzi, che di sicuro non corrisponde a una mera sensazione dei consumatori: il 70% dei parrucchieri è stato costretto ad aumentare del 30% il costo dei servizi in salone, dalla piega al colore. L’incremento sarebbe legato, appunto, al fatto che la bolletta per l’energia elettrica di un’attività di medie dimensioni con 4/5 dipendenti quest’anno arriverà quasi a raddoppiare. In pratica, si passerà dai 10mila euro del 2021 a circa 18mila euro nel 2022.
La spesa totale per l’energia in salone degli oltre 90.000 negozi di parrucchieri e barbieri presenti in Italia crescerà di 720 milioni di euro. Il 12% dei parrucchieri, di fronte al caro bolletta, ha già dovuto provvedere a tagliare tutti i costi non necessari, mentre oltre il 15% è stato costretto a licenziare del personale.
E tra rialzi e licenziamenti, cresce l’abusivismo. “Continuano a proliferare sedicenti professionisti che, in modo totalmente irregolare, offrono tagli di capelli e trattamenti a domicilio anche a coloro che non sono in possesso del green pass”, spiega Luca Piattelli, presidente di HairLobby.
“Noi, con il supporto di Conflavoro PMI stimiamo che circa un terzo degli oltre 105mila parrucchieri e barbieri presenti nel nostro paese, in questo momento, stia svolgendo la propria attività violando qualsiasi misura di sicurezza a scapito, ovviamente, di chi rispetta le norme e, soprattutto, della salute dei clienti. Servono più controlli per contrastare l’abusivismo, fenomeno che danneggia l’intera categoria e mina la credibilità della nostra qualità artigianale, riconosciuta a livello internazionale”. Intanto, però, nei saloni delle grandi città italiane il costo di un taglio di capelli donna ha raggiunto la soglia dei 20 euro.