Realizzato esclusivamente con ingredienti naturali, il sapone di Aleppo ha una storia antichissima che affonda le radici nell’antica Babilonia. Fatto solo di olio di oliva, soda, acqua e olio di alloro aggiunto a freddo, questo sapone, privo di ingredienti di sintesi, è utilizzato ancora oggi per detergere tutti i tipi pelle, anche le più reattive e sensibili.
Dalle crociate alla produzione industriale
In Europa il sapone di Aleppo arriva con le crociate, dando vita ai primi saponi grezzi a Marsiglia e in altre città del Mediterraneo. Con l’avvento della produzione industriale, il prezioso prodotto della natura, con il suo caratteristico panetto naturale, passa in secondo piano. Alla fine degli anni 90 è il desiderio di formulazioni sempre più rispettose di pelle e ambiente a dare nuova vita al sapone di origine siriana, di cui si riscoprono le proprietà antisettiche e rivitalizzanti.
Nel 1998 tocca a un’azienda italiana importarlo nel nostro paese direttamente dalla Siria: Carone Cosmetics. In Francia dove la saponificazione naturale era una tradizione consolidata, era già diffuso. Questo sapone grezzo, brutto da vedere, ma naturale e rispettoso dell’equilibrio della pelle, diventa ben presto un’alternativa ai saponi liquidi industriali realizzati con tensioattivi di sintesi.
L’olio di oliva e di alloro alla base della sua formulazione gli conferiscono proprietà uniche nel mondo della detersione della pelle, proprietà che cominciano a essere apprezzate da un pubblico sempre più numeroso.
Da Aleppo a Susa
È Nadia Carone, titolare di Carone Cosmetics, a raccontarci il ritorno del sapone di Aleppo. “Quando arrivammo in Siria, ci trovammo di fronte al dilemma di selezionare i produttori che seguivano l’antico metodo di produzione artigianale. Li trovammo solo ad Aleppo: c’erano saponifici anche a Damasco, ma la produzione era diversa. Negli anni abbiamo diversificato la nostra proposta di saponi e prodotti naturali, ma il sapone di Aleppo è rimasto importantissimo per noi, perché è davvero unico”.
Con lo scoppio della guerra in Siria nel 2011, ben presto la produzione locale è messa in crisi: i saponifici da Aleppo si spostano in Turchia, al confine con la Siria. Il terremoto del febbraio 2023 ad Antakya sposta ancora una volta la produzione sulla costa turca, a Mersin.
La tecnica di produzione
La tecnica di produzione del sapone di Aleppo è la stessa da millenni: guerre e terremoti non l’hanno mutata. Dopo la raccolta delle olive, l’olio viene mescolato insieme a soda e acqua in grandi vasche di rame riscaldate con legno di ulivo o a gas: qui viene lavorato per tre giorni. L’olio di alloro viene aggiunto solo al termine della lavorazione, a freddo, per non intaccarne le proprietà curative.
Il composto così ottenuto viene steso su pavimenti finché non diventa solido. Poi, gli addetti indossano grandi pattini di legno con i quali camminano sul composto, tagliando il sapone e realizzando i caratteristici panetti grezzi che tutti noi conosciamo. A questo punto i panetti vengono fatti esiccare in cameroni arieggiati, fatti di mattoni e con piccoli fori alle pareti: sono le tradizionali ‘piglie’. Qui il sapone di Aleppo rimane dai 10 ai 12 mesi. Un lungo processo di lavorazione naturale che è all’origine delle proprietà uniche di questo sapone.
Le proprietà del sapone di Aleppo
Il sapone di Aleppo è particolarmente amato e utilizzato da chi ha la pelle sensibile e reattiva, ma, in realtà, è adatto a tutta la famiglia: a chi ha la pelle secca, che nutre, a chi ce l’ha acneica, con effetti decongestionanti, a chi soffre di allergie, perché ristruttura il tessuto epidermico. Anche chi è soggetto a eritemi ed eruzioni cutanee, trova sollievo utilizzando questo sapone naturale, una soluzione delicata per tutto il corpo. In fondo, la natura non tradisce mai…