“Continuiamo a promuovere le estetiche difformi dai canoni esaltando la libertà di poter essere chi e che cosa vogliamo, senza che qualcuno ci dica come farlo”. È così che Luigi Neri, art director classhair.com e color guru L’Orèal Professionnel, racconta noi donne, la moda, le tendenze e questa (maledettamente) difficile primavera. Con una collezione dal titolo eloquente: “Authentic”.
A tutti i colleghi acconciatori, costretti a chiudere i battenti dei loro saloni, rivolge un appello: “pensate al dopo; sì, perché ci sarà un dopo”. In questo “dopo”, il desiderio di bellezza sarà la cosa più importante che avremo portato in salvo con noi. E in fondo, una cosa d’ora in avanti ci accompagnerà per sempre: il rifiuto di omologarci.
Luigi, quali sono le donne della tua collezione primavera estate?
Il fil rouge che unisce tutte è il desiderio sociale di autenticità, la ricerca di un’immagine che rispecchi il nostro modo di essere, lontano dai canoni plastificati che ci circondano. Mi rifiuto di parlare di macro-direzioni, preferisco parlare di emozioni.
Per esempio, la semplificazione, l’essenzialità, la pulizia sono ancora esigenze molto sentite. Colori chiari, tonalità pastello, l’immancabile effetto glow, le forme rigorose ma morbide, magari enfatizzate da asciugature “wavy”… noi di Class lo chiamiamo “Gentle”, uno stile minimale ma romantico dedicato a donne che apprezzano la semplicità non banale.
E poi c’è la naturalezza, l’organicità, l’imperfezione, un’estetica che significa sempre meno “acqua e sapone”. Parliamo di tonalità calorose, di forme monolitiche ma allo stesso tempo organiche che rappresentano le donne che prendono ispirazione da una natura “wild” che noi chiamiamo “Raw”.
Una terza emozione, multisfaccettata, accende questa primavera: il mistero, la forza e la digitalizzazione. Basi scure e comunque fredde fanno da supporto a tonalità vibranti e misteriose come il Classic blue e l’electric violet, forme geometriche ma scomposte danno alle donne glamour un punto di grande ispirazione. In Class lo chiamiamo “Empower”.
Segui le tue emozioni e capirai quale donna sei veramente.
Quali sono stati gli incontri professionali più importanti dell’ultimo anno?
Innumerevoli: essere un acconciatore e occuparsi di formazione significa incontrare tantissimi colleghi. Ogni giorno, tra eventi e seminari, impari anche tu qualcosa di nuovo. Personalmente, ritengo che l’incontro tra professionisti sia sempre una benedizione.
Cosa ti ispira di più: la strada, i viaggi o le passerelle?
Tutto, direi. Studiare le tendenze significa osservare cosa sta succedendo senza pregiudizi, cercando di fare a cazzotti con quella vocina dentro che vorrebbe costantemente dirti quello che è bello e quello che non lo è. Il nostro gusto personale non conta niente: noi siamo operatori della bellezza e per questo dobbiamo interessarci a tutto quello che le donne possono ritenere bello. Spesso è molto più vasto del nostro gusto personale: uscire dal proprio orticello fa sempre bene, tornarci sarà sempre la cosa più semplice del mondo.
Vorresti dire qualcosa a tutti gli acconciatori italiani in questo difficile momento?
Certo, vorrei dire di usare questo tempo per stare in famiglia. È un periodo di paure, di incertezze: consiglio con il cuore di pensare al dopo… sì, perché ci sarà un dopo. La storia del costume ci insegna che dopo una crisi le persone vogliono sentirsi belle e sono più disposte a spendere. Ce lo ha insegnato la grande crisi del ‘29 con “l’effetto lipstick”: nonostante il crollo della borsa, uno dei beni (non primari) più venduto fu il rossetto. Ricordatevi del new look di Dior alla fine degli anni 40, subito dopo la guerra: lo stilista propone metri e metri (ai tempi razionata) di stoffa per creare le sue meravigliose gonne ampie che diventano “l’unico look desiderato”.
Insomma, quando finirà le donne avranno bisogno di noi e noi saremo lì per farle sentire belle. Approfittate di questi momenti a casa: leggete, formatevi, pensate a strategie perché ci sarà un dopo, un dopo che aspetta tutti noi.