Nell’immagine il salone Labò di Spoleto.
I clienti dei saloni d’acconciatura italiani stanno gradualmente tornando alle abitudini di sempre: la maggior parte negli ultimi mesi è tornata dal proprio professionista di fiducia, anche se ha ridotto la frequenza delle visite rispetto al periodo pre-lockdown. Lo dice una recente indagine Beyond Research per L’Oréal.
Sono ormai passati quattro mesi dalla riapertura dei saloni di acconciatura e dei centri estetici. I consumatori adesso si dichiarano rassicurati: le misure igienico-sanitarie anti-contagio hanno funzionato. In particolare, i clienti riconoscono la capacità di farli sentire in un ambiente sicuro grazie alle misure adottate e al contingentamento degli ingressi.
“La riapertura è stata un momento delicato, ma che abbiamo richiesto con forza alle istituzioni, consci delle nostre capacità e della nostra professionalità. L’abbiamo sentito dire in vari ambiti, con questo virus il rischio zero non esiste; abbiamo però dimostrato di saper rimodulare la nostra attività per continuare a rispondere alla richiesta di benessere da parte dei cittadini nella rigorosa tutela della salute di operatori e clienti”, ha dichiarato Antonio Stocchi, presidente di Camera Italiana dell’Acconciatura. “Proseguire con rinnovata attenzione in questa direzione sarà il nostro imperativo anche dei prossimi mesi per scongiurare ulteriori chiusure e dare un contributo concreto alla ripresa del paese”.
Acconciatori ed estetisti rappresentano (dati Unioncamere) la seconda categoria artigianale nel nostro paese: insieme generano un volume di affari che supera i 6 miliardi di euro e impiega oltre 263.000 addetti in 130.000 saloni. Cifre che rappresentano solo una parte del comparto: abusivismo e ‘nero’ si sono ulteriormente diffusi durante e dopo il lockdown. Il peso dell’incertezza economica ha comunque fatto segnare un calo nei fatturati di tantissimi saloni italiani.