L’emergenza Covid ha influito pesantemente sul business dei saloni italiani. I dati forniti pochi giorni fa da Cosmetica Italia, l’associazione nazionale imprese cosmetiche, non lasciano adito a scampo: nei primi sei mesi del 2020 i parrucchieri italiani hanno visto diminuire il loro fatturato del 47% rispetto allo stesso periodo del 2019. Per il secondo semestre 2020 si prevede un ulteriore calo del 11%.
Non è solo il lockdown ad aver influito negativamente. L’incertezza economica innescata dalla pandemia ha radicalmente cambiato le abitudini dei consumatori in fatto di bellezza: i consumi di cosmetici, in generale, hanno visto una contrazione di quasi dieci punti percentuali. La beauty routine si è dilatata: in salone non si va più una volta ogni 40 giorni, ma anche una ogni due mesi o più.
Ecco, in sintesi, il nuovo mercato della cosmesi e della bellezza:
• propensione al risparmio;
• revenge shopping;
• richiamo al made in Italy;
• nuova fruizione dei consumi nei canali;
• rimodulazione dell’offerta all’interno dei canali.
Ci sono anche aspetti con il segno ‘più’: per esempio, i clienti mostrano una maggior attenzione ai cosmetici green e sostenibili, al concetto di sicurezza, la cosiddetta safe beauty. Cresce, ovviamente, l’e-commerce: +38,8% nei primi sei mesi del 2020 ed è solo l’inizio. Questi con il segno ‘+’ sono anche i fattori su cui gli acconciatori dovrebbero cominciare a puntare in salone a partire da adesso.
Anche perché, nel canale professionale acconciatura, dopo l’euforia della riapertura del 18 maggio – a seguito di quasi tre mesi di chiusura forzata, si contano tante difficoltà legate alla perdita economica, alla scarsa liquidità e al calo degli investimenti, con situazioni disomogenee sul territorio. Preoccupano alcuni scenari: si stanno registrando alcune chiusure definitive dei saloni, si stima il 10% degli esercizi. Il rischi immediato è rappresentato da nuove e più dilatate forme di abusivismo.
Migliorano, invece, i livelli della rivendita di prodotti in salone, anche perché i clienti tendono a ‘farsi i capelli’ a casa qualche volta in più.
Ma allora, non sarebbe il caso che i parrucchieri aprissero un loro e-commerce per la rivendita di shampoo e conditioner? Varrebbe la pena provarci.