Cos’è la crisi e quanto conta la nostra percezione di un fenomeno per determinarne l’influenza negativa o positiva sulle nostre vite? La riflessione del Barber Snob Francesco Cirignotta ci invita a riconsiderare la crisi che stiamo vivendo come una corsia riservata per l’innovazione. Non ci credete? Tutto dipende da voi.
“Le cose sono prima di tutto come le vediamo. Prendiamo il verbo coniugato alla prima persona singolare ‘credo’ e cerchiamo di considerarlo come un acrostico, vale a dire prendendo ogni lettera come iniziale di una parola. Allora, ‘credo’ potrebbe essere l’acrostico di Curiosità, Ricerca, Esperienza, Dinamismo e Obiettivo. Sì, perché è da qui che si parte: è il nostro ‘credo’ che ci apre la finestra sul mondo inondandola di luce o di oscurità. Siamo noi a decidere del nostro destino”.
“Nell’era del ‘radical chic’ tutto sembrava fattibile da tutti: non c’erano limiti alla crescita, soprattutto economica. Poi arrivò l’era del ‘popular vintage’ e gli individui iniziarono a pensare che bastasse rievocare atteggiamenti del passato per proteggersi e sentirsi più sicuri, per non sbagliare seguendo semplicemente antiche strade”.
“Fu un errore, l’ultimo di quelli che hanno preceduto la crisi attuale: non è accendendo la candela che si risparmia. Non è sano evocare atteggiamenti medievali che hanno rappresentato il massimo del minimo: non è pensando di ripercorrere strade già percorse che si può salutare e accogliere il futuro”.
“Il futuro potrebbe essere anche accendere la lampada a basso consumo energetico, non certo riaccendere la candela. Intendo dire ai miei colleghi acconciatori e barbieri che adesso occorre accettare e apprezzare il fatto che il nostro mestiere abbia saputo conquistare, soprattutto negli ultimi 20 anni, ambiti di dignità e professionalità inauditi, mettendo in campo nuove capacità, igiene e confronto. Con testate giornalistiche che di noi e per noi hanno cominciato a occuparsi, mettendo in luce una professione unica, capace di dare identità alle persone. Dobbiamo accettare l’idea che è assurdo tornare indietro solo per paura“.
“Non tornerà tutto come prima: non accade mai, non illudetevi. Cerchiamo di immaginarci i nostri saloni come luoghi di lavoro realmente ideali: se accettassimo la realtà e ci impegnassimo, se ritornassimo a fidarci dei nostri simili (come in un nuovo illumanesimo), forse potremmo traghettare il nostro mestiere attraverso la trasformazione sociale in atto che, in questo modo, potrebbe essere meno traumatica e foriera di opportunità”.
“Siamo in ‘crisi’, è vero. Ma anche la crisi è un acrostico. È la nostra Corsia Riservata per Ispirazioni, Studio e Innovazione: non dobbiamo dubitare delle nostre capacità. Dubitiamo piuttosto della mancanza di sana ambizione, dubitiamo della comodità passata, dubitiamo dell’ingordigia presente, ma non delle nostre capacità. Sarebbe fatale“.