L’appuntamento annuale con gli Stati Generali dell’Acconciatura è ormai alle porte. Il 29 settembre 2024 alle ore 12.00 presso il Palazzo Giureconsulti di Milano, nella sala Parlamentino, si tornerà a parlare della professione di acconciatore. L’evento, organizzato da Camera Italiana dell’Acconciatura e inserito nel palinsesto della Milano Beauty Week (iniziativa di Cosmetica Italia, in collaborazione con Cosmoprof ed Esxence), sarà un’occasione di confronto tra i professionisti. Si parlerà delle numerose sfide che i parrucchieri si trovano ad affrontare ogni giorno in salone.
A intervenire a chiusura dell’evento sarà il Barber Snob Francesco Cirignotta. A lui spetterà il compito di dire l’ultima parola sul mestiere di acconciatore e sul futuro dei saloni. A Colorami Francesco racconta la sua ‘non’ visione del futuro.
La visione per il futuro
Penso che non conti tanto la visione del futuro, quanto quella per il futuro. In generale, infatti, nella società spetta ai cosiddetti adulti trovare la strada per poter individuare i futuri possibili e le potenzialità, tra regole, ispirazione e fantasia. Di solito, racchiudiamo questo concetto nella parola ‘sogni’. Lo scopo di tutto ciò, però, altro non è che indicare ai giovani la strada per la loro ascesa sociale. Ecco perché userei sempre l’espressione: ‘visione per il futuro’ e non ‘del futuro’. Non appartiene a noi il futuro di cui abbiamo il compito di avere la visione.
Detto questo, è chiaro che il futuro del taglio dei capelli o del colore non è prevedibile: non è onesto fare lezioni su questa tematica, nemmeno quando ci viene richiesto. E io, in controtendenza, non lo farò in occasione degli Stati Generali dell’Acconciatura. Piuttosto, parlerò dei valori della professione di acconciatore, un mestiere per la persona, parte integrante di quell’umanesimo di cui tutti noi oggi sentiamo l’assenza.
Il nuovo umanesimo tecnologico
Stiamo vivendo un nuovo umanesimo tecnologico, ma non abbiamo ancora imparato a gestirlo a nostro vantaggio. Le parole che ho scelto per esprimere i valori per un futuro del mestiere di acconciatore sono queste: bellezza, benessere, ambiente, valori, identità, tecnologie, esperienze, diritti. Si tratta di valori fondamentali che riguardano il parrucchiere e che hanno avuto negli ultimi tempi cambiamenti che definirei semantici.
Per esempio, della bellezza ne abbiamo fatto uno strumento di ascesa sociale, dell’ambiente un luogo non più scontato, ma da tutelare, dei diritti un’occasione di sviluppo umano all’insegna dell’inclusione. La bellezza, appunto, è l’unica che anziché svilupparsi in senso positivo, si è trasformata in una patologia. La perfezione estetica è ormai un’ossessione che può renderci infelici, anziché migliorarci. Basti pensare allo sviluppo della chirurgia estetica in Corea del Sud.
Di questi sviluppi devono tenere conto i parrucchieri, da sempre al servizio della persona. A loro spetterà il compito di aiutare le persone a gestire questa ossessione imperante per la bellezza vissuta come esigenza di perfezione estetica.
Venti di regressione
Quanto ad ambiente, è chiaro che le nuove esigenze di sostenibilità toccheranno anche i saloni d’acconciatura. Ci saranno ambienti in grado di auto sanificarsi, con lavabo con sciacquoni, con aria condizionata senza batteri. Questo avrà dei costi per i professionisti. Occorrerà prepararci a una regressione, in parte, perché occorrerà risparmiare acqua ed energia. L’evoluzione a volte ci porta indietro.
Avremo anche un mondo più libero e inclusivo. I giovani lo sperano e lo stanno preparando. Da qui a 30 anni, chi dice che i parrucchieri non potranno essere affiancati ai medici come accadde un tempo quando si chiamavano cerusici? Questo comporterà portare la professione di parrucchiere a un livello artigianale e intellettuale più alto. Si dovrà cominciare a pensare a percorsi universitari, tra economia e management.
Privacy e comunicazione
Nel nostro futuro ci saranno sicuramente nuove regole di privacy a difesa dell’identità virtuale e fisica: il proliferare di foto condivise sui social lo renderà necessario. I parrucchieri dovranno cambiare i loro profili social e sviluppare la loro capacità di comunicazione. Non basterà più postare qualche foto per farsi conoscere ed essere apprezzati. Rispetto della privacy e capacità di comunicare saranno parte integrante del nuovo umanesimo tecnologico.
In ultima analisi, penso che saremo più competenti e più felici, con qualche regressione a livello pratico. Dovremo fare di tutto, in sostanza, affinché la tecnologia ci supporti e ci aiuti a essere migliori e più umani.
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