Settanta lunghissimi giorni di lockdown si fanno sentire. Adesso richiedere un appuntamento dal parrucchiere nelle grandi città è quasi impossibile: telefoni in tilt, siti che non ti rimbalzano a giugno.
Dall’altra parte del cavo telefonico intasato ci sono loro, i parrucchieri: giornate di lavoro da 12, 13 ore per restare dietro a tutte le richieste dei clienti, sempre con il volto sorridente e con quella accoglienza speciale, fatta di piccole attenzioni, che ormai fa parte del loro mestiere. Un’attività, tra le tante, di cui adesso apprezziamo più che mai l’importanza per la tenuta della nostra identità, più che per il desiderio di cambiare look.
Ricrescite colore, capelli e barbe incolte non hanno fatto bene a nessuno. Il problema è che prendere un appuntamento ora è davvero difficile: i tempi di attesa vanno in media dalle tre settimane a un mese.
Siamo andati, virtualmente, a Cesena per chiedere a Mattia Branchetti, titolare del salone BB Style Parrucchieri che aria tiri e quanto abbia influito sul suo lavoro questa quarantena. Sui tempi di attesa facciamo poche domande: dopo la prolungata chiusura è fin troppo chiaro perché siano lunghissimi.
“Se vogliamo fare qualche numero”, racconta Mattia, “direi che in questi 70 giorni abbiamo perso il 20% del fatturato annuo. Sembra una cifra alta, ma il problema è che il periodo primaverile per noi è il momento di maggior lavoro. Certo, anche maggio è un mese molto importante. Il problema è che per rispettare le nuove normative e la sicurezza di tutti adesso è necessario rallentare le attività”.
È difficile recuperare quello che si è perso. Eppure, Mattia sottolinea che ne è valsa la pena: questa pausa ha permesso di salvare migliaia di vite umane. Non ci sono solo i soldi. Rispettare le nuove norme vuol dire riorganizzare la propria attività da cima a fondo.
“Lavoriamo su prenotazione già da tanti anni: per noi era già un’abitudine. Adesso, però, abbiamo riorganizzato l’intera accoglienza del cliente. Si inizia con una ventina di minuti dedicati alla consulenza: dopo una pausa così lunga serve tempo per scegliere servizi e trattamenti. Dopo il congedo sono necessari altri 15 minuti per la sanificazione dell’ambiente prima di ricevere un altro cliente. Ecco perché l’attività è necessariamente più lenta”.
I costi ne risentono e i prezzi in salone si alzano.
“Abbiamo inserito nel nostro listino una voce ‘adeguamento Covid’ di 10 euro per servizi multipli, ad esempio taglio più colore, e di 6 euro per un solo servizio. Lo abbiamo fatto a malincuore, ma non avevamo scelta”.
Del resto, Mattia si è comunque rimboccato le maniche.
“Durante il lungo lockdown ho fatto tante cose. Sono riuscito a entrare come docente nel team della NYCE Academy e nei suoi programmi di formazione: la community mi ha accolto a braccia aperte, proprio come se ci fossimo incontrati tutti di persona. Dal punto di vista psicologico è stato importante. Penso che il progetto di formazione a distanza andrà avanti: servirà a tenere uniti tutti gli acconciatori, anche quelli più lontani”.
A proposito di novità, Mattia ha notato una nuova percezione da parte di tutti, super incoraggiante.
“Le clienti entrano in salone con un sorriso meraviglioso: non sembra vero di poter tornare a ricevere le coccole di bellezza. È cambiata la percezione del nostro mestiere: adesso tutti ne apprezzano il valore. Per il momento, non sarà più possibile rifarsi il colore ogni 20 giorni: i tempi di attesa per una prenotazione attualmente ci portano alla seconda settimana di giugno! Ma che meraviglia quando finalmente ci si rivede in salone: è una festa per tutti”.