La bellezza le ha dato molto e lei ha ricambiato. Quando la splendida Charity Cheah alla fine degli anni 90 ha fondato, insieme al suo socio Sergio Carlucci, il primo salone d’acconciatura Toni&Guy Italia a Milano, lo ha fatto con un desiderio nel cuore: far sì che tutte le donne potessero realizzare i loro sogni e trovare una nuova sicurezza ripartendo da se stesse. Proprio come era capitato a lei nei momenti più difficili della vita.
Oggi Toni&Guy Italia conta 13 saloni, un’accademia a Milano e un’affiliazione Essensuals educated by Toni&Guy con oltre 28 saloni.
Adesso, in questa terribile crisi, il suo pensiero corre a tutte le persone più fragili, isolate nelle loro case. Lei, che viene da Singapore, ha capito fin dai primi giorni dell’emergenza cosa sarebbe successo qui in Italia: i racconti della sua famiglia da Singapore non lasciavano adito a dubbi. Per questo i suoi saloni Toni&Guy Italia hanno chiuso ancora prima dell’arrivo del decreto.
“Sapevamo di fare la scelta più difficile, ma anche la più responsabile. Le clienti ci chiedevano di tenere aperto, ma non abbiamo ceduto”, spiega Charity.
A noi racconta come ha vissuto il razzismo contro i cinesi nei primi giorni della pandemia, la voglia di farcela e come questa brutta esperienza possa avere per tutti una sola via uscita: aiutarsi gli uni con gli altri senza odio. Mai più.
“Oggi a Singapore ci sono stati zero morti: forse è finita”, ci racconta Charity, co-founder dei saloni Toni&Guy in Italia. “È la rigorosa implementazione della sicurezza imposta dal governo di Singapore che ci ha salvato nella mia città di origine. Là lo smart working è partito fin dai primi giorni. In ogni palazzo, a ogni fermata della metropolitana veniva misurata la temperatura di tutti i passanti”.
Charity ha vissuto in prima persona il dramma del Coronavirus prima in Cina, vivendo da lontano le difficoltà della sua famiglia a Singapore, e poi in Italia dove nei primi giorni dell’epidemia si è ritrovata vittima di veri e propri episodi di razzismo.
“La gente per strada mi evitava, qualcuno mi diceva che il virus era stato diffuso dai cinesi e che era un complotto. Assistevo al boicottaggio di tutte le attività dei miei connazionali in Italia. Ero sconcertata. Adesso il governo cinese ha mandato tanti aiuti nel momento in cui tutto scarseggia: spero che questo cambi l’atteggiamento di tanti. Sono scandalizzata dal fatto che ci siano farmacie che vendono una mascherina a 60 euro”.
Charity non porta rancore, anzi. Invita tutti a non lasciarsi travolgere dalla situazione e a viverla con filosofia.
“In cinese la parola ‘crisi’ è composta da due altre parole: ‘pericolo’ e ‘opportunità’. Capite? Forse questo momento di crisi può trasformarsi in un’occasione per uscire dalla propria zona comfort e trovare il coraggio di fare nuove esperienze che ci faranno crescere e ci renderanno persone più forti, migliori. Di sicuro, per molti di noi arriveranno i fidi, la cassa integrazione, le difficoltà economiche. Adesso, però, avremo l’occasione per imparare a non pensare solo a noi stessi, ma anche agli altri. Invito tutti a usare la mascherina per proteggere chi potrebbe entrare in contatto con noi. Sarà il primo passo per un cambio di prospettiva”.
E Charity ha deciso di stare al fianco di tutti con un’iniziativa originale: le “Quarantine vision” sul suo profilo Instagram @charity.cheah. Brevi video pillole con storie di coraggio per farsi forza… stay tuned.