L’invito del Barber Snob di Milano, Francesco Cirignotta, è come sempre controcorrente: “siate belli per essere qualcuno”. Qui scoprirete perché la bellezza sia così importante per l’universo maschile.
“Edonismo, individualismo, socialità, comunicazione: sono temi interconnessi, inscindibili tra loro che – ne siamo consapevoli o no, condizionano profondamente le nostre vite. Tutti noi abbiamo bisogno di scegliere un aspetto esteriore, di un codice di riconoscimento condiviso: è il punto di partenza del nostro essere, che origina sempre in ambito estetico. Se i capelli e le barbe incorniciano il volto dell’umanità, come ha detto qualcuno, e sono l’unico abito naturale che abbiamo, bisogna riconoscere che si tratta di un abito che ci fa star bene con noi stessi e ci rende riconoscibili agli altri”.
“I capelli a volte sono abiti, altre accessori: questo significa che la natura ci ha consegnato materia per esprimerci e per rappresentarci. Così come nelle tribù primitive il bisogno e il desiderio del ‘trucco’ era fondamentale, anche ai giorni nostri l’uomo, che non è evoluto poi così tanto, non ha perso l’antica abitudine: un taglio di capelli può regalargli un’identità, renderlo immediatamente riconoscibile alla sua ‘tribù’. In fondo, eleganza, costume mentale, stile e cura di se stessi altro non sono che la propria firma nel rappresentarsi. Che poi tutto ciò si traduca filosoficamente nell’edonismo o più pragmaticamente nel consumismo, il risultato è sempre lo stesso: cambia solo il livello scelto per osservare il fenomeno”.
“Mi faccia i capelli rasati alla Zidane, me li tagli rasati alla skinhead… sempre di capelli rasati stiamo parlando: ma che differenza tra i due approcci! Se il taglio è il medesimo, perché si fa riferimento a rappresentante diverso e non mi si chiede semplicemente il taglio in salone? Perché la rappresentazione del sé passa attraverso la riconoscibilità mediatica, è una sorta di affermazione: come nella notte degli Oscar, dove si finisce sempre per determinare se gli uomini per la prossima stagione terranno la barba o meno. La pogonologia, il visagismo servono solo come riferimento per acconciatori e barbieri. Il resto lo fa la società”.
“Essere anticonformista o conformista è una distinzione banale, non essenziale, perché le regole sono di carattere sociale: quando uno mette due scarpe di colore diverso, nessuno può sapere se lo ha fatto perché era incapace di metterne due di uguale colore. Di certo, la scelta genera un nuovo approccio che nel breve potrebbe trasformarsi in edonismo consumistico. Ecclettismo viene dal verbo latino ‘eligere’, dal quale derivano anche i termini eleganza ed eleggere, ossia scegliere. E ogni scelta nasce dal sapere, sia esso culturale che istintuale: l’agire fa sì che le cose si compiano e queste diventino stile, con tanto di adepti e detrattori”.
“L’uomo è perfettamente imperfetto: nella sua ricerca di perfezione trova inesorabile frustrazione. Solo l’idea di accuratezza fa sì che nell’imperfezione ‘abiti’ il piacere di darsi attenzioni”.
“Se potessi legiferare, direi che la costruzione dei parametri sociali di bello e brutto andrebbe abolita: sarebbe meglio parlare del piacere di essere. La natura si è occupata e preoccupata soltanto del ‘sano’: forse dovremmo accogliere questo suo insegnamento come valore di stile, ossia dedicarci tutti allo star bene come regola di bon ton e buon senso. Mi sembra un invito di attualità”.
“Cercare di attirar attenzione su di sé è fisiologico: serve per la procreazione. Alterare le regole del richiamo con imbellettamenti non sempre necessari ha generato confusione. O, per meglio dire, è il costante e iper-veloce cambiamento delle regole di decodifica che rendono difficoltosa la scelta che ci rende essere umani e non strumenti naturali e sociali”.
“Gli attori del teatro greco (come tutti gli altri) usavano coprirsi con parrucche e barbe finte, spesso per impersonare chi non erano: oggi che la possibilità di cambiare aspetto e identità è sdoganata anche per l’uomo di tutti i giorni, dovremmo viverla come un’occasione per riprenderci, noi maschi, il piacere di piacere. Non per vestirci in maniera impeccabile, ma per fare scelte, per ‘eligere’. Ed ‘eligere’ è eleganza”.