Il Barber Snob di Milano Francesco Cirignotta fa gli auguri a tutte le donne e poi confessa di essere un misogino… o quasi.
Avere gli attributi è sempre stato considerato un valore al maschile, anche se nella realtà è il mondo femminile a fare tre quarti del duro lavoro. Lavoro inteso come vita, natura, parto, organizzazione, intelletto e quanto altro.
Provocatoriamente, come è mio costume, mi farebbe piacere se finalmente nel nostro vocabolario quotidiano si potesse dire quando si fa un complimento a un uomo: “hai due ovaie così” e non sempre “hai due palle così”.
Trovo che alcuni termini riflettano inesorabilmente la nostra incapacità di smettere di fare differenze fra un sesso e l’altro. Non siamo ancora riusciti a indicare in maniera sensata la strada dell’uguaglianza: continuiamo a parlare di quote rosa… nulla di più razzista, dal mio punto di vista.
Ecco adesso non vorrei fare gli auguri alle donne, ma scusarmi per la stupidità e l’ignoranza che continuiamo a mettere in campo noi uomini con l’aiuto di qualche donna.
Sì, perché io sono un misogino: rispetto, stimo la donna, ma mi infastidisco nel considerare che tante fra voi possano essere la più grande offesa del mondo femminile. Voi donne, quando rinunciate alla vostra dignità, spesso siete una delle prime cause della vostra collocazione in serie B.
Sono sempre stato convinto che le differenze fra il modello di mentalità maschile e femminile non vadano solo riconosciute ma valorizzate: qui non stiamo parlando di diritti e doveri, ma di modelli di apprendimento, di interpretazione, di intuizione. Facciamo, alla fine, pur sempre due cose diverse che dovrebbero essere alimentate e sostenute nel migliore dei modi senza snaturarle.
Quando si va a scuola, per esempio, sarebbe bello insegnare ai maschietti l’inglese giocando a calcio e alle bambine con uno sport a loro congeniale. Non possiamo pensare che la parità sia metterli entrambi su un banco e lavarsene le mani. Il rispetto parte sempre dalla valorizzazione di ciascuno nelle sue peculiarità e differenze, non certo nell’assimilazione totale. Dobbiamo iniziare a premiare la differenza nell’uguaglianza. E questo vale per tutto.
Per il resto, care donne, continuate così e in questo futuro che ci attende cercate di fare meglio di quanto non siamo riusciti noi uomini.