Nell’immagine uno scatto della collezione primavera estate 2020 di Compagnia della Bellezza.
C’è chi ha dovuto fermare l’attività, chi ha perso il lavoro, chi è finito in cassa integrazione: oltre due mesi di lockdown per l’emergenza Covid in Italia hanno cambiato le prospettive economiche delle famiglie. A raccontarlo è un’indagine di Altroconsumo che fornisce finalmente i primi dati sull’emergenza economica post quarantena: quasi la metà delle famiglie ha subito ingenti perdite legate al ridimensionamento del proprio lavoro. C’è chi, come i piccoli commercianti, è rimasto momentaneamente inattivo durante la quarantena: si parla di un 25% degli intervistati. Solo un italiano su tre non ha subito perdite.
Il termine del lockdown non è un fatto rasserenante: le conseguenze di questa crisi, a livello sia economico sia professionale, continueranno a farsi sentire a lungo. Si prospetta un futuro incerto anche per i lavoratori dipendenti che hanno mantenuto la propria occupazione durante l’emergenza: uno su tre teme di perdere il posto di lavoro nei prossimi 12 mesi. In molti prevedono una riduzione delle proprie prospettive di carriera all’interno della propria azienda (59%) e una riduzione delle proprie opportunità sul mercato del lavoro (65%).
Si fatica anche a far fronte alle spese più basilari. Tra le famiglie che possono contare su risparmi, due su tre li hanno dovuti utilizzare (35%) o pensano di doverlo fare nel prossimo futuro (32%) per coprire le spese correnti, molto difficili da affrontare in questo periodo di crisi. Si parla di grosse difficoltà a sostenere spese come bollette (per il 17% delle famiglie) o generi alimentari (per il 9%). Preoccupano anche le spese legate alla salute, difficili da coprire per il 21% delle famiglie italiane.
Molti hanno gravi difficoltà a pagare le rate di mutui (11%) e prestiti (17%). Solo l’8% delle famiglie italiane ha fatto richiesta di sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa e di queste soltanto il 26% è riuscito a ottenerla. Sul fronte dei prestiti personali e dei finanziamenti, la situazione è ancora più critica: solo il 15% di chi ne ha richiesto il congelamento alla banca o alla finanziaria, è riuscito a ottenerlo, mentre quasi il 30% ha ricevuto un rifiuto; è in attesa di risposta l’altro 57%.
In questa situazione di grave difficoltà, il governo ha messo a disposizione una serie di forme di sostegno economico: il 45% degli intervistati dichiara che la propria famiglia ne ha fatto richiesta, dal bonus di 600 euro per i lavoratori autonomi ai buoni per far fronte alle spese alimentari.
Il prestito fino a 25.000 euro per microimprese, artigiani e commercianti è stato rifiutato dalle autorità quattro volte su dieci.