Sono qui nel mio salone da barbiere a Milano, che ho chiamato Barber Snob, e ho deciso di scrivere una lettera aperta ai miei coetanei. Mi chiamo Francesco Cirignotta e, tra un cliente e l’altro, tra una barba e un taglio di capelli, ho del tempo per riflettere: vorrei condividerlo con voi.
Sono sempre stato simile a voi, miei coetanei, uomini e donne del mio tempo. Ma anche dissimile perché, a differenza di altri, ho spesso fatto a botte per difendere le mie opinioni e i miei pensieri, purché non fossero offensivi per alcuno. Ci ho sempre tenuto.
A mia volta, ho dovuto spesso subire pensieri altrui, di persone che, con il mio stesso metro di misura, ritenevano di poter difendere le proprie visioni e la propria cultura con ogni mezzo.
Ebbene, oggi posso fare un bilancio: solo quando sono stato realmente disponibile a farmi spiegare il senso dei loro pensieri, del loro credo, sono riuscito a evolvere, a fare scelte autentiche, nel rispetto di tutti. Sono i momenti in cui mi sono sentito davvero felice.
Etichette
Di recente, a una festa mi è stato domandato da un padre di tenere una certa etichetta per dare l’esempio ai figli. Di solito infatti, vivo e lavoro in giacca e cravatta. Certo, il bon ton è il pilastro del saper governarsi, della misura: la chiamiamo, appunto, etichetta. Ma se ascoltiamo in maniera autentica, con le orecchie ben aperte, i ragazzi più giovani, allora ci rendiamo conto che in fondo anche loro hanno creato una propria etichetta, senza aspettare suggerimenti.
Anche il ‘ciao raga’ rappresenta un’etichetta, una misura, un nuovo bon ton cui non siamo avvezzi, ma che dovremmo imparare a rispettare. Invece, sento troppo spesso i miei coetanei pronti a denigrare i ragazzi per i loro nuovi atteggiamenti, le tute sportive indossate in ogni occasione, le sneakers, lo slang easy, di qualunque cosa si parli.
Basta critiche, serve più ascolto, più apertura. Ci stiamo maledettamente distaccando da tutto, avulsi dalla vita: i padri si stanno allontanando dai figli. Complici le nostre giornate sempre più veloci e precipitose, ci manca il tempo per vivere insieme e per capirci. L’etichetta è un mondo in continua evoluzione, non è scritta sulla pietra. I ragazzi se ne sono semplicemente creati una propria. Del resto, le maniere dell’800 oggi ci sembrerebbero semplicemente ridicole, non vi pare?
Sono uno di voi, coetanei, ma adesso esco dal coro: ciao raga.