Altro che poltrone, erano anni di immenso ottimismo. La grande guerra, con tutti i suoi strascichi economici e psicologici, era finalmente alle spalle: il futuro sembrava una strada in discesa per gli imprenditori che avevano intraprendenza. In quegli anni Maletti era già un brand noto a tutti coloro che avevano un salone d’acconciatura e desideravano arredarlo con quel pizzico di innovazione che non guasta mai. Ma era anche uno dei due brand che avevano letteralmente inventato gli arredamenti professionali: prima i parrucchieri si accontentavano di comprare una poltrona comune. Non occorreva altro per lavorare e arredare il salone: bastava.
Maletti oggi, con i suoi 86 anni di attività, è iscritto al registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale, ma è in quegli anni che comincia a introdurre il design nel mondo dei parrucchieri, che ne capiscono subito la rilevanza per lo sviluppo del loro business.
Le poltrone colorate: mai più nere!
I ricordi di Danilo Maletti, figlio dei fondatori del brand, in merito a tutto quello che accadde in quegli anni cruciali tra gli anni 70 e 80 sono tantissimi. Un vero e proprio patrimonio dell’acconciatura e del design. Tra gli episodi più divertenti del passato c’è il diverbio tra suo padre e sua madre sulle poltrone colorate: era il caso di portarle a Cosmoprof, la fiera più importante dell’acconciatura?
“Eh sì, mia madre e mio padre ne discussero parecchio. Perché fino a quel momento per le poltrone da parrucchiere e barbiere c’era stato un solo colore possibile: il rigorosissimo nero, professionale, austero, cromato. Maletti, invece, ne aveva realizzata alcune nei colori pastello più audaci e allegri: il giallo, il rosso, il verde. Era il caso di presentarli alla fiera più importante dell’acconciatura, il Cosmoprof di Bologna? Mia madre voleva farlo a tutti i costi. Mio padre era fermamente contrario. Vinse mia madre e ne vendettero tantissime, di tutti i colori”.
Matta e Varaschin, le prime mensole
Poi vennero gli arredi completi, il design: non solo nuovi colori, ma anche nuovi materiali e nuove idee. Prima arrivano le arrivano le prime mensole a muro con Matta e Varaschin. Negli anni 80 si superarono gli arredi in legno.
Con Philippe Starck fu la volta dei primi arredamenti completi: inizia la storia del design in salone. Via le poltrone cromate, tra l’altro dannose per la salute: i parrucchieri scelgono quelle di alluminio che Maletti propone su larga scala. Poi, ancora, si passa ai materiali preziosi, come il vetro: Borek Sipek, un maestro della lavorazione del vetro lancia la sua collezione di design firmata Maletti su Play Boy. L’innovazione si intreccia con la provocazione.
Il primo lavatesta su ruote, senza tubazioni
Lo stand di Maletti a Cosmoprof 2022 ha ricostruito la lunga e affascinante storia del design nei saloni d’acconciatura con un piccolo spazio museo, un percorso tra idee, materiali e innovazione. L’ultima tappa sono gli arredi nati dalla collaborazione di Elisa Giovannoni e di Sarah Lavoine con la linea ‘Rue Montenapoleone’. Adesso Maletti parla di processi e materiali a basso impatto ambientale: dalle stoffe, ricavate dalle bucce delle arance, al legno e ai lavaggi eco-certificati. Ma il cuore del brand è quello di un tempo.
L’ultima novità tecnologica è super compatta e pratica: Hub, una postazione lavatesta con vapore che non ha bisogno di tubazioni, si muove su ruote ed è autosufficiente. Non ha bisogno di impianti elettrici ed idrici. All’interno ha pompe di ricircolo e serbatoi d’acqua. Ideale per le cabine private all’interno del salone, ci introduce in una nuova frontiera dell’acconciatura, dove il salone si sposta su piccole postazioni mobili da inserire in Spa e hotel, che possono così offrire un room service di standard elevato. Sarà un’altra tappa importante nel museo che ammireremo in futuro.