Adorato e richiestissimo, Federico Lauri, in arte Federico Fashion Style, ha cambiato l’immagine che tutte noi abbiamo del nostro acconciatore. Non più solo l’artista che ti fa bella, ma un autentico comunicatore, uno che sa scegliere l’immagine vincente per se stesso e per te che ti affidi alle sue mani.
Certo, Federico è stato oggetto di alcune critiche. Ma funziona così: come diceva Jonathan Swift, “le critiche sono la tassa che un uomo paga al pubblico per essere famoso”. E Federico, con qualche strass, un programma televisivo e la battuta intelligente al momento giusto, famoso adesso lo è diventato davvero. In salone il suo lavoro è come quello di tutti gli altri hairstylist, ma con quel pizzico in più di savoir faire che è ormai la base del suo successo. A lui, che di clienti ne ha tantissime, è mai capitato di mandare via una donna dal suo salone?
“No, l’educazione è la base di ogni rapporto. È capitato anche a me, come a tutti gli acconciatori, che qualche cliente non fosse soddisfatta: in questo caso cerco di fare del mio meglio per accontentarla, non bado a orari e non mi arrendo finché non la vedo uscire dal mio salone convinta della sua immagine”.
Federico non è uno che si sente “arrivato”, che chiude la porta al primo intoppo.
“Mi fa sorridere una cosa: che le clienti pensano sempre che i loro capelli non abbiano limiti. Che si possa passare dal nero corvino al biondo o dal liscio al riccio senza problemi. Il compito di un hairstylist, in questi, casi, è saper dire di no con onestà. Se lo fai, domani la cliente tornerà da te più contenta perché non hai tradito la sua fiducia accontentandola a ogni costo. Questo è importantissimo”.
La cosa più bella che gli abbiano detto le sue clienti? Sentite cosa dice Federico.
“Sono felice quando vedo il loro sorriso soddisfatto davanti allo specchio, quando si guardano e vedono l’immagine che desiderano”.
Sull’invidia altrui di cui è stato oggetto in passato, vittima di polemiche sterili, non fa sconti.
“La vita è fatta di numeri, proprio come il successo. Non si costruisce dal nulla. Faccio sempre l’esempio dell’Enalotto: puoi vincere, ma, se non costruisci nulla, prima o poi finisci i soldi e torni povero. Chiaro, no?”