Il salone chiuso per quasi tre mesi, le pressioni dei clienti che chiamano per un taglio o un colore ‘clandestino’ a casa, la mancanza di qualsiasi tipo di entrata e le spese che vanno comunque pagate: per gli acconciatori è stata durissima. E l’uscita dal tunnel, con le spese in arrivo per le nuove normative igieniche, le sanificazioni e i certificati di sicurezza, è ancora lontana.
Sì, i saloni riapriranno tra poco, ma il costo di questa emergenza sarà tutto sulle spalle degli acconciatori e delle loro famiglie.
Francesco Cirignotta, definito dal Financial Times il barbiere più bravo al mondo, dal suo salone sui Navigli a Milano lancia un ‘messaggio nella bottiglia’ rivolto a tutti quegli acconciatori che durante il lockdown non sono mai scesi a compromessi. Un ringraziamento, un attestato di profonda stima tra pari. Ecco le sue parole, che commuovono.
“Ho un desiderio personale, profondo, di ringraziare tutti quegli acconciatori che in questi momenti durissimi non hanno ceduto e sono rimasti nel limite della correttezza, nel diniego di quanto i clienti chiedevano con insistenza: il taglio, il colore galeotto”.
“Desidero ringraziare quanti hanno rinunciato ad avere denaro in cassa mentre le spese affluivano ininterrotte. Stimo chi ha rinunciato a un guadagno facile ed esente da tasse per tutelare la salute di tutti. Voi avete espresso la grande fantasia, il coraggio di un mestiere che oggi, dopo questo periodo di pausa, è ormai universalmente riconosciuto come indispensabile, socialmente utile”.
“Grazie per la dignità espressa in silenzio nelle vostre case, per tutti voi che ci avete ricordato che è meglio essere nel giusto che nel comodo. Grazie”.
“Adesso per riaprire dovete affrontare, come me, nuove difficoltà: mascherine e guanti certificati sono difficili da trovare. Ci sono ancora tante incognite davanti a noi”.
“Il mio pensiero va anche a chi in questi mesi ha tagliato i capelli nelle case: ha certamente evitato la morte per fame, rischiando con spensierata leggerezza la vita di tutti. Essere più furbi degli altri in Italia è un habitat, non un sintomo di intraprendenza”.
“A noi onesti che non abbiamo ceduto, di questi giorni durissimi restano almeno due immagini da Polaroid: il nostro ministro degli Esteri che accoglie la cooperante in arrivo dall’Africa con i capelli freschi di taglio e il presidente della Repubblica che ha lasciato crescere i capelli per dare l’esempio a tutti”.
“Come nella prima spedizione al Polo Sud, agli inizi di marzo ci hanno detto cosa ci aspettava: ‘nessuna paga, tanti rischi, morte quasi certa, ma gloria eterna. Noi siamo tra quelli che si sono imbarcati”.