Si scaglia contro i furbetti all’italiana e ci introduce con garbo in uno dei suoi classici ‘distinguo’. Qui il Barber Snob Francesco Cirignotta punta il dito contro quella nostra peculiare area culturale da sempre incline a vezzeggiare l’illegalità. Il distinguo? Beh, da un lato il callidus Ulixes, furbo e saggio: non lo nomina ma lo evoca. Dall’altra, la marachella per intascarsi il possibile senza fatica.
Furbetto non è solo una definizione, è un vero e proprio pilastro del sistema italiano. Credo che, nel bene e nel male, questo ce lo riconoscano tutti anche all’estero.
In sé, la furbizia, anche quella non tipicamente italiana, è un elemento di valore, eventualmente positivo, che mette in campo i concetti di astuzia e riflessione. È quella particolare capacità di rivolgere a proprio favore le cose anche quando si mettono male, di migliorare la propria condizione in occasioni difficili in cui gli altri non vedono all’orizzonte la possibilità di soluzioni positive.
Eppure, mai la furbizia dovrebbe poter andare contro qualunque cosa, per esempio contro la legge, e mai dovrebbe offendere altri. Questo forse è un limite non scritto del comportamento umano, ma è comunque un fatto sancito dalle leggi morali comuni, se non dal buon senso.
Spesso i giornali nei loro titoloni utilizzano la parola ‘furbetto’: i giornalisti del nostro Paese sembrano aver scoperto un campo semantico immenso. Nel tempo, tra l’altro, il termine ha avuto un’evoluzione tutta sua. Si è ammorbidito, si è ritrovato vezzeggiato sulle labbra di tutti, pur con la debita ironia. In alcune circostanze, è così evoluto e si è così abbellito che oggi sono in molti a volersi vestire con il suo abito. L’abito intrigante del furbetto.
Furbetti: piace, fa italiano. Il concetto è quello di: “sì, sei stato bravo, hai fatto la tua marachella, ma adesso andiamo oltre perché non è giusto fartela pesare”. Sono marachelle che spesso rappresentano l’illegalità assoluta, marachelle che in più di un caso mettono la persona che le compie contro i diritti e i doveri dell’insieme sociale. Eppure, si sorvola: sempre con la debita ironia.
No, tranquilli: non voglio entrare negli alti meriti della politica. Non voglio nemmeno pensarci, sono troppo purista per poter arrivare a una condizione di mediazione costante, quale è quella di un uomo politico. Non che per me nero e bianco siano gli assoluti irrinunciabili, ma semplicemente perché il buon senso a casa mia la fa ancora da padrone. Ecco: i furbi sono una cosa, i furbetti all’italiana un’altra. Cerchiamo di non esaltarli ogni volta che se ne presenta l’occasione.