Difficile fare previsioni in momenti come questi, ma il Barber Snob Francesco Cirignotta, naturalmente, ci prova lo stesso. Dribblando analisti ed esperti che ci vogliono sempre più eterei, digitali e connessi, lui punta tutto sulle mani e sul ritorno dell’artigianato. Potrà mai avere ragione?
Sì, non è il momento ideale per fare della poesia sull’artigianato: in queste ore tanti di noi, non solo parrucchieri, se ne stanno inoperosi a casa abbattuti sul divano, con le serrande forzatamente abbassate e le mani, le loro preziose mani… inattive. In concreto, abbiamo perso tutti tanti soldi, forse anche più di quelli che avremmo potuto perdere. Eppure, adesso ci è data la possibilità straordinaria di recuperare qualcosa di infinitamente più importante e proficuo dell’effimero guadagno del momento. Siamo di fronte a nuove prospettive economiche.
Siamo pronti a rivivere, come se riavvolgessimo il nastro di un film già visto, qualcosa di perduto: in una società post-industriale che ha smesso di credere nel fatto in serie, stiamo riscoprendo il fatto a mano. Ora più che mai le mani, le nostre vecchie mani di artigiani, sono al centro, proprio nel nuovo punto di incontro di un mondo che sta cercando disperatamente di diventare più sostenibile, più consapevole e più lento. Siamo a casa adesso, è vero: ma quando riapriremo tutto ci sarà potenzialmente più favorevole.
Non le grandi catene, ma la piccola bottega. Non lo stile il serie, ma la personalizzazione. Non solo il digitale, ma soprattutto il rapporto umano. Non le grandi top model, ma le nuove ragazze con le loro piccole imperfezioni. Non i grandi uomini, ma gli eroi che sono sopravvissuti in silenzio. Insomma, non le macchine, ma le mani.
Ci aspetta la magia del fare, del nostro sapere artigianale: lo aspettano tutti. Ci attende l’oggetto ben fatto che, quando lo osservi, ti lascia a bocca aperta. Ci aspettano i sogni che, da immateriali, con le mani diventano realtà tangibili.
Quando le mani sanno quello che fanno, sono una grande risorsa. Mani vere di persone vere che con un tempo ragionevole, la dedizione e la maestria hanno reso celebre una semplice dicitura: fatto a mano in Italia. Poi ci sono le altre mani, nere, bianche, rosse, gialle e arcobaleno, che sanno riconoscere l’unicità in un oggetto di valore, difficile da descrivere a parole. Le parole toccano, ma non come le mani.