Marwan Hade fa il barbiere in una città dove la gente ha vissuto guerra e violenza per decenni. Lui è curdo e il suo popolo è una minoranza che ha pagato tante volte un conto in sospeso che ha origine dal momento in cui le potenze europee hanno suddiviso il Medio Oriente senza dargli uno stato. Dalla Turchia alla Siria, dall’Iran all’Iraq il suo popolo ha subito discriminazioni, persecuzioni e violenze di ogni genere.
Marwan ha il suo salone da barbiere a Halabja, nella regione del Kurdistan iracheno, a pochi passi dal confine con l’Iran. Fa il parrucchiere dal 2003, ma è nel 2011 che ha coronato uno dei suoi sogni: aprire un salone tutto per sé. In Iraq, e non solo, è diventato famoso perché a colpi di rasoio riesce a riprodurre sulle teste dei suoi clienti i volti dei calciatori più famosi. Un po’ di allegria e spensieratezza per gente che ha vissuto tante volte l’orrore.
“I guai per la mia città sono arrivati nel 1988 quando Saddam Hussein, allora presidente dell’Iraq, ha colpito Halabja con bombe cariche di agenti chimici: più di 5.000 persone sono morte “gassate”. Molti erano bambini, donne, anziani. È stata dura per noi tornare a lavorare. In qualche caso anche tornare a pensare. Per fortuna avevo mio padre: ho lavorato come barbiere da lui per sette anni. Ho seguito tanti corsi di formazione tra mille difficoltà: ho sempre ottenuto voti eccellenti. Adesso mi piacerebbe partecipare ai grandi premi internazionali dell’acconciatura. Ma qui in Iraq non puoi farcela, non riesci nemmeno a farti conoscere se non hai un santo in paradiso. E io non ce l’ho”.
Marwan lo racconta tutto d’un fiato: è la sua vita e la tragedia di un popolo, quello curdo.
Il suo è un paese di giovani: l’età media non è certo elevata a Halabja. “I miei clienti sono soprattutto giovani o giovanissimi. Il servizio più richiesto è di ricreare il volto del loro calciatore preferito sulla loro nuca. Ne vanno pazzi”. Il salone di Marwan sta andando bene: uno dei suoi tagli a tema può costare fino a 50 dollari. Ma il barbiere di Halabja ha un sogno nel cassetto.
“Mi piacerebbe far vedere i miei lavori in Europa e partecipare ai grandi contest internazionali. Certo, è difficile per un barbiere curdo in Iraq. Ma io non mi arrendo”.
Chi porterà Marwan sui nostri stage?