Quali cosmetici sono naturali e quali biologici? Ci sono leggi che regolano queste due definizioni, spesso scritte con orgoglio su tanti prodotti cosmetici che compriamo? Come facciamo a orientarci tra etichette, ingredienti e catene produttive? La abbiamo chiesto a Mark Smith, direttore generale NATRUE, l’associazione internazionale per i cosmetici naturali e biologici.
C’è ancora molta confusione in merito ai cosmetici naturali: come si distinguono dagli altri che non lo sono?
Il problema è che non abbiamo un regolamento armonico che definisca in quali termini l’etichetta “naturale” o “biologico” possa essere applicata a un prodotto cometico finito. E così i consumatori sono comprensibilmente confusi e potenzialmente ingannabili. Inoltre, i consumatori sono sempre più esigenti in fatto di cosmetici naturali: chiedono che rispettino principi etici come il benessere degli animali, un packaging a basso impatto ambientale e la protezione della biodiversità.
Chi acquista un cosmetico può orientarsi seguendo le proprie percezioni in base alla comunicazione e al marketing del brand che ha davanti. In ogni caso, per sapere se davvero il marketing del brand sia in linea con le sue aspettative, chi compra dovrebbe essere messo in grado di capire facilmente i criteri utilizzati nella produzione: per esempio, l’origine e la fonte degli ingredienti selezionati o quanto in effetti siano “green” i processi produttivi e quale impatto abbiano sull’ambiente.
Tutte cose piuttosto complicate per un consumatore. Per esempio, per lui sarebbe difficile paragonare prodotti di diversi brand dal momento che le singole dichiarazioni in merito alla loro presunta derivazione naturale sono basate su criteri interni che variano da azienda ad azienda. Prendiamo il caso delle indicazioni sulle percentuali di naturale o biologico descritte nel packaging del prodotto: potrebbe essere difficile per un consumatore interpretare cosa c’è dietro esattamente quella percentuale con i dati a disposizione.
I consumatori possono trovare rassicurazioni in merito agli standard delle singole aziende solo quando queste si adeguano a criteri di certificazione stabiliti da associazioni come NATRUE. Per esempio, il marchio NATRUE fornisce ai consumatori criteri di riferimento chiari e standardizzati per tutte le aziende certificate. Ogni prodotto certificato deve avere caratteristiche verificabili, sulle quali il consumatore può eventualmente fare domande a NATRUE. Inoltre, ogni prodotto è sicuramente stato valutato da una terza parte prima di ricevere la certificazione finale. Infine, è possible accedere al nostro database pubblico per verificare se il prodotto si trovi effettivamente nella lista di quelli certificati.
La certificazione di un’associazione come la nostra garantisce che le aziende non facciano riferimenti a semplici criteri interni, ma rispettino specifici criteri comuni, l’adesione ai quali può essere verificata in qualsiasi momento.
Per garantire autenticità, occorre riconoscere le esigenze di trasparenza dei consumatori e allo stesso tempo la necessità di determinare con esattezza termini quali “naturale” e “biologico” stampati sull’etichetta dei prodotti cosmetici.
Questo è sempre stato l’approccio di NATRUE, fin dall’inizio.
Se passiamo ai cosmetici “biologici”, le ambiguità si moltiplicano: in Italia chi controlla che le dichiarazioni delle aziende scritte sulle etichette dei cosmetici siano veritiere?
Anche il termine “biologico”, come quello “naturale”, non ha ancora una definizione e una regolamentazione ufficiale.
Tutti i cosmetici devono adeguarsi alle disposizioni del Regolamento europeo per i cosmetici (EC) N. 1223/2009 in merito a composizione, sicurezza, efficacia e dichiarazioni stampate sull’etichetta. Il controllo del rispetto di questo regolamento è demandato ai singoli stati membro dell’UE. In Italia l’autorità principale è il ministero della Salute. A sua volta supportato da diversi organismi: l’Istituto Superiore per la Sanità, che si occupa di aspetti tecnici ed analitici, i NAS – Comando Carabinieri per la Sanità, gli sportelli per la salute dei consumatori e le strutture a livello regionale.
Le etichette in base al Regolamento (EC) N. 1223/2009 e al Regolamento (EC) 655/2013 sono regolamentate dal ministero della Salute ed eventuali inesattezze possono essere rilevate dall’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza) che protegge i consumatori.
Inoltre, consumatori o associazioni possono rivolgersi per eventuali contestazioni all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP). Anche gli altri stati membro europei hanno livelli di controllo simili, oltre che associazioni per la protezione dei consumatori.
Le autorità europee possono fare riferimento alla legislazione per la protezione del consumatore: in particolare, la Direttiva 2005/29/EC e la Direttiva 2006/114/EC per contestazioni che non riguardino le caratteristiche e le funzionalità del prodotto e non cadano sotto il Regolamento dei cosmetici. Il problema è che le singole autorità nazionali non hanno criteri armonizzati tra loro o un riferimento a livello europeo che determini esattamente cosa è naturale e cosa è biologico. Di conseguenza, far rispettare la legislazione, come ad esempio quella in merito ai sei criteri comuni per le etichette dei prodotti (Regolamentazione EC 655/2013), non è sempre facile, a meno che non sia evidente che l’etichetta è obiettivamente inesatta.
Dal punto di vista degli standard privati, volontari o non regolati dalle leggi, il marchio NATRUE viene garantito solo su prodotti certificati in base agli stretti parametri della nostra associazione che riguardano anche le dichiarazioni stampate sulle etichette.
Per tornare ai termini “bio” o “biologico”, se il prodotto è stato certificato come “naturale”, allora non è “biologico”. Inoltre, ogni riferimento a “biologico, bio” riguarda solo agli ingredienti e non il prodotto in sé. Il brand non dovrebbe fare alcun riferimento ai termini “bio, biologico” se il prodotto finito non può essere considerato biologico in base al suo livello di certificazione. I livelli sono diversi: naturale o biologico.
Per valutare un cosmetico è sufficiente leggere l’INCI oppure occorre conoscere i processi di produzione? Non è tutto un po’ complicato per un semplice consumatore attento al suo benessere?
La sicurezza di tutti i cosmetici è regolamentata a livello europeo (Regolamento EC 1223/2009). Quello che attualmente non è regolamentato sono le scritte “naturale” e “biologico” stampate sulle etichette, che possono essere ingannevoli.
Se un cosmetico dice di essere biologico o naturale, il consumatore potrebbe non essere in grado di verificare se è vero leggendo la semplice lista degli ingredienti, cioè l’INCI. Per esempio, glicerina ed etanolo, due sostanze piuttosto comuni nei cosmetici convenzionali e in quelli naturali o biologici, possono essere prodotte sia in stabilimenti petrolchimici sia da fermentazione naturale, con e senza OGM, o utilizzando materie di origine animale piuttosto che vegetale. Dall’INCI il consumatore non può verificare tutte queste cose.
I processi della catena produttiva, l’origine e il produttore di una sostanza sono parte integrante della classificazione di un prodotto. Determinano se un prodotto può essere certificato come naturale o biologico secondo gli standard che ancora sfuggono alle regolamentazioni.
Può essere complicato orientarsi ed ecco perché sono nati gli standard come quelli proposti da NATRUE, proprio per assicurare che il consumatore non venga deluso nelle sue aspettative sul prodotto.
La vostra associazione interagisce solo con le aziende produttrici o ha pensato anche a iniziative rivolte ai consumatori?
È importante che i consumatori siano in grado di capire i criteri con cui NATRUE lavora e possano fare domande in fatto di trasparenza. Ecco perché i riferimenti del nostro sito e i contatti dell’associazione figurano direttamente sul nostro “sigillo”. Ecco perché i criteri di valutazione sono disponibili gratuitamente e perché un nostro staff segue costantemente tutti gli associati. Ed ecco perché sul nostro sito è disponibile un database con l’elenco di tutti i prodotti certificati.
NATRUE ha anche un Gruppo di lavoro interno che si occupa di comunicazione e che è formato da membri dell’associazione. Inoltre, come parte del nostro impegno per una migliore regolamentazione e una migliore protezione degli ingredienti a livello europeo e internazionale, lavoriamo con diversi associati, oltre che con le organizzazioni per la protezione dei consumatori.
La missione di NATRUE è quella di proteggere e promuovere i cosmetici naturali e biologici a beneficio dei consumatori di tutto il mondo. I consumatori, fin dall’inizio, sono sempre stati in primo piano in tutto quello che facciamo.