Nell’immagine una foto di Daria Shevtsova da Pexels.
Nelle zone rosse parrucchieri ed estetiste restano chiusi, ma adesso, dopo mesi di lockdown e incertezza economica, l’abusivismo e il lavoro in nero sono fuori controllo, con tutti i rischi connessi anche sul fronte dei contagi. A lanciare l’allarme è Cosmetica Italia, l’associazione nazionale delle imprese della cosmesi. Il presidente, Renato Ancorotti, parla non solo di danni economici, ma soprattutto di esercizio non regolamentato delle due professioni legate alla bellezza.
“Bisogna tutelare la salute della popolazione: consentire la riapertura dei saloni di acconciatura ed estetica sull’intero territorio nazionale sarebbe una decisione strategica per interrompere il dilagare dell’esercizio abusivo e non regolamentato di queste professioni, fenomeno che non solo causa danni economici e occupazionali, ma che alimenta il diffondersi del contagio che le stesse norme vorrebbero limitare”.
L’intervento del presidente di Cosmetica Italia arriva proprio nel momento in cui il governo si prepara a prendere decisioni sull’eventuali riaperture a partire dal 7 aprile.
“Sono giorni cruciali in cui sono in fase di definizione le indicazioni che aggiorneranno le restrizioni ad attività ed esercizi commerciali per le prossime settimane col DPCM che entrerà in vigore dal 7 aprile” prosegue Renato Ancorotti. “Un momento in cui riteniamo fondamentale richiamare l’attenzione sui saloni di acconciatura ed estetica che, a seguito delle misure indicate nel DPCM del 6 marzo, sono stati chiusi nelle zone rosse. Fin dallo scorso anno acconciatori ed estetisti hanno dimostrato massima attenzione, investendo e operando nel rispetto della sicurezza attraverso l’implementazione delle già severe norme igienico-sanitarie normalmente applicate con protocolli anti-Covid-19 aggiuntivi. Condividendo quindi con le istituzioni l’obiettivo della salvaguardia della salute pubblica, Cosmetica Italia chiede di concedere la riapertura di tutti i saloni di acconciatura e dei centri estetici, anche in zona rossa. Una misura aggiuntiva per aumentare ulteriormente il livello di protezione potrebbe essere quella di non consentire, in questi territori, lo svolgimento di quei trattamenti che comportino l’impossibilità di indossare la mascherina o altri dispositivi di protezione individuale da parte dei clienti. Ciò permetterebbe a queste attività di lavorare con un ulteriore grado di sicurezza”.
Il settore cosmetico è stato duramente colpito dalla pandemia. Le ultime rilevazioni sul 2020 condotte dal Centro Studi di Cosmetica Italia segnalano una contrazione del 12,9% per il fatturato rispetto al 2019. Negativi anche il mercato interno (-9,9%) e le esportazioni (-16,7%).
L’attività di acconciatori e centri estetici genera un volume di affari che supera i 6 miliardi di euro e impiega oltre 263.000 addetti in un totale di 130.000 saloni.
Il 90% di queste 130.000 attività è costituito da unità con due persone occupate in media, capaci di generare fatturati e margini appena sufficienti a garantire la gestione giornaliera dell’esercizio: l’importanza delle riaperture avrebbe significative ricadute economiche e occupazionali.
I dati congiunturali sul 2020 segnalano per il canale acconciatura una contrazione del 28,5%, con un valore dei cosmetici utilizzati in salone che si ferma a 412 milioni di euro, mentre quella dei centri estetici, del 30,5%, porta a fine anno il valore della domanda a poco più di 165 milioni di euro.