Gli appelli di queste ore per la riapertura anticipata dei saloni si moltiplicano. Tutti confidano in una data più vicina, il fatidico 18 maggio. Le associazioni di categoria sono sul pezzo a braccetto con Cosmetica Italia, gli industriali della cosmesi. Sembra una corsa al galoppo: tutti uniti, nessuna voce fuori dal coro. Le colpe sono tutte del governo. Ma c’è chi pensa con la sua testa, abbozza qualche critica e fa anche un po’ di ironia. Siamo virtualmente tornati da Francesco Cirignotta, di mestiere barbiere, pensatore per vocazione. Vogliamo che ci racconti che aria tira davvero.
“La verità è che se i contagi non scendono sotto la percentuale dello 0,5, allora significa che non siamo fuori pericolo. Nella mia città, a Milano, siamo allo 0,9: dunque cosa stiamo chiedendo con le nostre associazioni?”
Ecco, appunto: la voce fuori dal coro, puntuale, dritta come la freccia scoccata dall’arco. Cirignotta esordisce così e poi arriva lo strale.
“Se non altro, con questa lunga serrata stiamo assistendo alla nascita di una nuova figura professionale: il parrucchiere trasversale che si aggira per le case a tagliare capelli. Se è vero che molti saloni d’acconciatura non avranno la possibilità di riaprire, sopraffatti dai problemi economici, allora dovremo abituarci a questo nuovo operatore. Abusivismo e trasversalità non sono certo un fiore all’occhiello solo tra i consulenti di bellezza nel nostro paese”.
Cirignotta non attenua i toni quando parla di chi ha tradito la sua professione nel momento più buio. Con queste “nuove figure professionali” andrà a farsi benedire anche la fiscalità. Mentre lui, nel suo salone, paga fino all’ultimo centesimo le tasse e ne va fiero. Ma se pensate che Francesco sul futuro sia pessimista, allora non lo avete capito fino in fondo.
“Quando il Covid sarà ormai un ricordo, in salone vivremo le mascherine come una delle tante abitudini nate in questi giorni. Non saranno più quelle orribili pezze da chirurghi che adesso vediamo in giro. I materiali cambieranno: saranno più morbidi, portabili. Il design ci metterà la sua mano. Un processo di sviluppo che porterà alla creazione di un nuovo cerimoniale fatto di accoglienza del cliente, vestizione, igiene e salute”.
Cirignotta cerca un nesso con quanto hanno vissuto le generazioni che ci hanno preceduto.
“Negli anni 60 il mondo si è rimboccato le maniche: usciva dalla guerra e ha creato un miracolo economico. Possiamo farlo anche noi. Ho una mia visione della parola crisi, che io leggo come un acronimo: corsia riservata per ispirazione e innovazione”.