Un albo dei parrucchieri professionali riconosciuto dalla legge, che certifichi la qualità degli iscritti e tuteli il consumatore. Promotore e firmatario della proposta di legge presentata in questi giorni alla Camera dei Deputati da Wella è il deputato Graziano Musella. L’obiettivo è da un lato tutelare il cliente che fruisce dei servizi prestati dagli acconciatori, dall’altro certificare la qualità e la formazione professionale del parrucchiere.
La proposta di un albo dei parrucchieri professionisti riconosciuto dalla legge arriva in un momento molto particolare. Lo scenario attuale così fluido, soggetto ai nuovi stili di consumo post Covid-19 e aperto alla concorrenza straniera, sta alimentando un’economia sommersa. Una vera e propria concorrenza sleale con offerte spesso dubbie e prive di qualità. Occorrono più regole e strumenti che diano ai consumatori la possibilità di riconoscere i veri professionisti della loro bellezza. Ma a cosa servirebbe un albo professionale?
L’albo professionale dei parrucchieri in 5 punti
- 1. L’iscrizione di un parrucchiere all’albo darebbe ai clienti la garanzia che il parrucchiere stesso è in possesso dei necessari requisiti, quali il superamento dell’esame tecnico-pratico previsto dell’articolo 3 della legge 17 agosto 2005, n. 174, la frequenza di appositi corsi di formazione e l’esercizio della professione di acconciatore di 1° livello per un periodo di almeno 3 anni. Sono definiti acconciatori di 1° livello gli acconciatori in grado di eseguire prestazioni di tipo avanzato conformi e funzionali alle caratteristiche dell’aspetto, basate sui canoni della moda e del costume e rispondenti alle esigenze igieniche.
- 2. L’istituzione dell’albo permette una scelta consapevole da parte del cliente e garantisce al titolare dell’impresa dell’acconciatore di assumere soggetti qualificati ai sensi della legislazione vigente.
- 3. L’iscrizione all’albo rappresenta un elemento di riconoscimento e di affidabilità su cui fondare l’attività professionale.
- 4. L’albo prevede un adeguato sistema di aggiornamento per assicurare una qualità sempre più alta. Pertanto, è stato disposto l’obbligo di frequenza di corsi di aggiornamento, pena la cancellazione dall’albo.
- 5. I soggetti iscritti all’albo sono tenuti a frequentare i corsi di aggiornamento per un monte ore complessivo di 20 ore ogni due anni. La mancata frequenza dei corsi di aggiornamento comporta la cancellazione dall’albo.
I parrucchieri in Italia
I parrucchieri sono oltre 100.000 in Italia, con una altissima concentrazione: 1 salone ogni 500 abitanti. Una presenza molto capillare sul territorio, pronta a combattere con una nuova forza istituzionale e cavalcare la ripresa. Inoltre, pur dopo il 2020 della pandemia, che ha defalcato del 28,5% il loro fatturato sceso a 547 milioni di euro, il business dei parrucchieri è già in risalita con una stima del +10% nel primo semestre 2021.
Il ruolo di Wella
Insieme a loro, con la proposta di legge appena presentata alla Camera dei Deputati, è scesa in campo Wella, azienda del mercato professionale della cosmesi dei capelli, promotrice dell’iniziativa politica. Con 10.000 saloni d’acconciatura clienti su 75.000 registrati sul territorio e 5 milioni di donne che frequentano i parrucchieri Wella, il 20% sul totale nazionale di 25 milioni, l’azienda è protagonista di questo mondo professionale.
“Per sostenere una vera crescita del mercato della bellezza in salone, non basta più essere parte attiva di un sistema imprenditoriale”, ha dichiarato Marco Vurro direttore Comunicazione Wella Italia. “Occorre puntare su un cambio di mentalità e di percezione di un mestiere antichissimo profondamente radicato nella società. Un mestiere che oggi, come mai prima d’ora, ricopre un ruolo fondamentale per la salute dei clienti. Il parrucchiere si occupa non solo di taglio e styling, ma eroga trattamenti tricologici che agiscono direttamente sulla pelle. Dalla colorazione alla decolorazione dei capelli, per i quali esigiamo una preparazione certificata e riconosciuta legalmente, a tutela del cliente finale e della categoria stessa degli hairstylist. Questi ultimi sono chiamati a una formazione permanente e al rispetto delle norme deontologiche.”
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Credo che l’albo sia una cosa inutile, perche per avere la possibilità di avere un negozio devi acquisire una qualifica come dice la legge 174,ma anzi una norma per spillare soldi visto che c’è l’obbligo di fare dei corsi ,pena la cancellazione dall’albo stesso!
In effetti, Antonio, la proposta non ha avuto alcun seguito! Ti ringraziamo per il tuo feedback professionale.