Abbiamo perso un pezzo di noi stessi: con i parrucchieri chiusi per il lockdown ci è mancato quel taglio di capelli che dopo anni era diventato parte di noi, quel colore con il quale eravamo ormai abituate a vederci ogni giorno, le gambe depilate e la manicure ben fatta. A casa, da sole, per un attimo ci siamo sentite perdute: non ci riconoscevamo più in quei piccoli grandi dettagli della nostra immagine che ormai fanno parte della nostra vita. E dopo, quando i parrucchieri hanno riaperto, abbiamo aspettato pazienti, anche per giorni, il nostro turno.
Valerio Olivi, titolare del salone MV Parrucchieri di Correggio, a Reggio Emilia, spiega cosa è successo. E precisa: “il parrucchiere non è una macchina e nemmeno un dottore, riprendiamoci i nostri tempi in salone, no alla velocità”.
“Avevo venduto parecchi tubi colore alle donne a casa, ma non è bastato. Mi sono reso conto che la cliente apprezza la professionalità del parrucchiere e sa vedere la differenza di un lavoro fai da te. Sono tornate tutte in salone per ritrovare il colore Aveda fatto dalle mie mani”.
“La cosa che più mi ha sorpreso è che le clienti hanno accettato le attese: non ho creato liste, non servivano. Abbiamo lavorato 12 ore al giorno e tutti i giorni per accontentare le clienti. Anche se, purtroppo, alcuni dei miei dipendenti non hanno potuto riprendere a lavorare: per ragioni di distanziamento sociale abbiamo reso operative solo sette poltrone su dodici”.
Oltre che per la classica colorazione e il taglio, le clienti si sono precipitate in salone anche per i trattamenti estetici. Nel salone di Valerio regnano i prodotti naturali di Lakhsmi e l’ayurveda.
“Abbiamo cominciato a fare ininterrottamente depilazioni e pedicure. Tutte avevano qualcosa da fare urgentemente! Il mio cruccio è che i servizi in salone in questi giorni sono stati davvero veloci: mancava quello spazio per il sorriso, la consulenza, il complimento da parrucchiere, insomma il contatto umano. Da questa settimana voglio tornare alla normalità e allungare nuovamente i tempi. Il parrucchiere non è una macchina e nemmeno un dottore”.
Sul futuro, Valerio preferisce l’ottimismo.
“Un anno fa mi sono impegnato economicamente ad allargare il mio salone, che adesso è di 300 mq. Non voglio lasciare a casa nessuno dei miei dipendenti, anzi li voglio aumentare. Per cui, andrà tutto bene. Siamo forti, siamo italiani, dobbiamo spaccare il mondo! Ho appena ascoltato il discorso del nostro Presidente: io non ho dubbi sul fatto che ce la faremo”.