Nell’immagine uno scatto tratto dalla mostra fotografica “Trip” curata da Debora Leardini.
La giornata contro la violenza sulle donne è passata: il sipario si chiude su un tema di cui non è sempre facile parlare. Un po’ perché la maggioranza degli episodi si concentrano fra le mura domestiche, un po’ perché molte di noi scelgono di non denunciare chi le maltratta, un po’ perché a volte, in concomitanza con la morte di una donna o un atto particolarmente grave, se ne parla fin troppo e la gente finisce per stufarsi.
I dati forniti dalla Polizia di Stato parlano chiaro: la violenza sulle donne è un reato che avviene ogni 5 minuti, ma il numero di denunce è in aumento.
Dalla parte delle donne si è messa un’azienda della cosmesi, Pettenon Cosmetics Spa, che il 25 novembre ha scelto di finanziare un evento per sensibilizzare il pubblico sulla violenza di genere, sui percorsi di rigenerazione di una donna maltrattata e per scoprire cosa accade in una donna vittima di violenza o in un minore che assiste, oltre che nell’uomo maltrattante. Del resto, è coerente che sia un’azienda a farlo: è l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro ad aver cambiato e migliorato la loro condizione sociale e di vita.
E adesso quali sono le parole giuste e quali i gesti concreti per lottare contro la violenza?
“È importante informare per reagire” ha spiegato Francesca Anzalone, esperta di comunicazione e moderatrice dell’evento. ”È necessario imparare a utilizzare un linguaggio corretto ed efficace per aiutare le persone a comprendere quello che sta succedendo e informare la società”.
“Questa giornata dovrebbe essere la quotidianità delle nostre vite” ha affermato Federico Pegorin, amministratore delegato di Pettenon. “purtroppo i dati confermano un fenomeno dilagante cui bisogna mettere un freno”.
“Sosteniamo da anni il gruppo Polis – ha detto Gianni Pegorin, presidente della società – e spero che anche nelle aziende del nostro territorio ci sia una sensibilità verso associazioni e situazioni di prevenzione della violenza. Siamo un’azienda storica: da noi lavoriamo perché le donne si sentano bene”. Per questo la società di beauty, con sede a San Martino di Lupari, in provincia di Padova, sta lavorando sulle iconografie, sul linguaggio e sulle immagini per scardinare luoghi comuni: esprimere l’immagine di una donna coraggiosa e audace è solo il primo passo.
Poi ci sono gli investimenti per sostenere le campagne di sensibilizzazione sul tema. Un monito arriva anche per i giornalisti: Alice Zorzan, di Gruppo Polis, ha parlato di espressioni da usare o da abbandonare. “Ci sono le parole giuste e le parole da evitare nella stampa e sui mezzi di comunicazione; non dobbiamo concentrarci sui comportamenti che la donna assume. Anche le immagini possono vittimizzarla per una seconda volta”.